Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge è il frutto di un contributo fondamentale della Società italiana di fisica. Si tratta di un sodalizio che vanta ben 110 anni di storia nella comunità scientifica italiana includente soggetti impiegati nel mondo della ricerca, dell'insegnamento ma anche della libera professione.
      La presente proposta di legge mira a definire la figura professionale del laureato in fisica nelle sue diverse articolazioni, all'istituzione del relativo Albo professionale e al suo inserimento tra le «professioni regolamentate» per l'esercizio delle quali sono necessari il possesso di un adeguato titolo di studio e l'iscrizione obbligatoria in appositi albi professionali tenuti da enti pubblici che svolgono le funzioni di tenuta degli albi, di controllo deontologico e di promozione della formazione continua obbligatoria. Si vuole facilitare l'aggancio dei profili professionali al nuovo assetto delle lauree (triennali e magistrali), per la particolare tutela che si intende collegare all'esercizio della professione.
      Sono infatti evidenti l'incidenza delle attività dei fisici su diritti costituzionalmente garantiti, la rilevanza sociale dei costi di un'eventuale cattiva prestazione e l'asimmetria informativa che spesso non consente al cliente di valutare, prima e dopo, la qualità della prestazione fornitagli. Sgombrando il campo da possibili equivoci, la presente proposta di legge non prevede la possibilità di istituire un nuovo ordine professionale giacché la forza politica che rappresento è contraria all'istituzione di nuovi ordini.
      Non si tratta, quindi, di creare una nuova corporazione ma, al contrario, di rafforzare la tutela dei consumatori dal momento che fisici laureati - al primo o al secondo livello - svolgono attività direttamente in contatto con la vita quotidiana di milioni di persone.

 

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      La mancanza di una professione codificata è, tuttavia, una delle cause per cui il mondo del lavoro, a parte la ricerca e l'insegnamento, difficilmente si rivolge a un fisico perché ha bisogno di una particolare professionalità, ma piuttosto per la sua buona preparazione generale. In altri termini, la figura del fisico è generalmente associata a quella del ricercatore, ritenuta peraltro non essenziale nella vita di tutti i giorni. Quest'opinione comune ha anche generato un processo di autoselezione nei giovani che si iscrivono all'università: scelgono di iscriversi alla facoltà di fisica solo quelli che aspirano a fare ricerca e ciò porta, da un lato, a una riduzione del numero di giovani che proficuamente potrebbe seguire il corso di laurea e, dall'altro lato, a generare in essi un senso di insoddisfazione se sono costretti a fare lavori altrettanto qualificati e validi, ma non da scienziato.
      Allo stato attuale i fisici svolgono attività professionale in campo industriale, con particolare riferimento alle caratteristiche dei materiali e al trattamento dell'informazione, nel controllo dell'ambiente e del territorio nonché in ambito sanitario. Rispetto a quest'ultimo profilo professionale i fisici operanti nelle strutture del Servizio sanitario nazionale, quali specialisti in fisica medica, sono già considerati appartenenti a una «professione sanitaria» e inseriti nella programmazione del fabbisogno insieme con medici chirurghi, veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici e psicologi, pur essendo l'unica categoria che non ha una legge istitutiva della professione.
      Accanto a tali attività si sta sviluppando un'attività di tipo libero professionale, in particolare nel campo della promozione dell'innovazione del trasferimento tecnologico, dell'utilizzo di nuove tecnologie per il miglioramento di prodotti e di servizi e della comprensione e gestione di processi a molte variabili. L'attività richiede abilità peculiari dei laureati in fisica: saper leggere dati sperimentali, comprendere i risultati delle ricerche, cogliere nei settori tecnologici emergenti il settore di applicazione più adatto, saper organizzare progetti di ricerca satellite per esplorare risultati interessanti che arrivano dalla ricerca di base, sapersi muovere all'interno della ricerca e dello sviluppo pre-industriale e industriale. Ma lo svolgimento di tale attività è attualmente penalizzato dalla mancanza di una professione regolamentata, un'assenza che incide, tra l'altro, anche sugli aspetti previdenziali del libero professionista.
      Nella valutazione delle attività che i fisici svolgono vanno presi in considerazione i seguenti aspetti peculiari:

          a) la progettazione e la realizzazione di laboratori e di impianti fisici industriali, compresi gli impianti pilota per la produzione e per la trasformazione di materiali, richiedono l'impiego di tecnologie e di metodiche di analisi raffinate e in continua evoluzione;

          b) lo sviluppo delle nanotecnologie sta aprendo strade impensabili fino a qualche anno fa, che richiedono l'impiego di professionisti con solida preparazione fisica, soprattutto per le applicazioni nell'ambito della prevenzione, diagnosi e cura;

          c) il trasferimento delle conoscenze per le tecnologie innovative e il trasferimento tecnologico richiedono la presenza di laboratori a carattere fisico nel mondo produttivo, da cui discende la necessità di sviluppare una categoria di professionisti;

          d) il controllo dell'ambiente e del territorio per gli agenti fisici come, ad esempio, le radiazioni ionizzanti e non ionizzanti (radioattività naturale e di origine antropica, campi elettromagnetici), l'inquinamento acustico e luminoso e la rivelazione di polveri sottili, richiede impiego di metodiche, competenze e aggiornamento che non possono essere lasciati alla libera iniziativa;

          e) la radioprotezione dei pazienti, la certificazione di qualità delle apparecchiature sanitarie e il controllo delle dosi di radiazione impartite a scopo terapeutico richiedono competenze professionali verificabili, per i possibili effetti ritardati, e quindi

 

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non immediatamente rilevabili, che tali attività possono produrre se eseguite male;

          f) lo studio e la progettazione di modelli matematici per la descrizione e per la previsione di sistemi complessi (sistemi aziendali, economici, industriali e di servizi).

      Si deve concludere che lo svolgimento di un preciso percorso formativo e l'esame di Stato assumono una funzione essenziale per fornire le conoscenze e per verificare l'adeguatezza delle competenze professionali e quindi la richiesta di istituzione dell'Albo.
      Nella formulazione della presente proposta di legge si è tenuto conto dell'opportunità di tutelare le condizioni di accesso alle attività (numero degli ammessi, requisiti) e lo svolgimento delle stesse attività, per cui:

          a) è previsto che possa essere ammesso ad operare un numero di professionisti adeguato alle esigenze della domanda e non predeterminato autoritativamente;

          b) non sono previsti né tariffe minime, né il divieto di pubblicità e di informazione al pubblico;

          c) è prevista la riqualificazione degli aspetti formativi del tirocinio.

      L'Albo professionale dei fisici consta di due sezioni in ragione delle due diverse tipologie di titolo di studio: laurea di primo livello e laurea specialistica. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri è disciplinata l'istituzione, presso il Ministero della giustizia, di un'apposita commissione per la tenuta dell'Albo.
      La presente proposta di legge potrà comunque essere modificata, nel corso del suo esame, a seguito della possibile revisione della normativa sulle professioni intellettuali per la quale sono già stati presentati in Parlamento alcuni progetti di legge.

 

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